martedì 4 dicembre 2012

AMOR(T)E di Nana O. Momsen [parte seconda]

Il "PROGETTO AMOR(T)E"
nasce per promuovere l'omonimo libro ("Amor(t)e, appunto) pubblicato lo scorso inverno, scritto da Nana O. Momsen ed edito "Edizione creativa".
 Tutto è nato dall'idea di promuovere questa raccolta di racconti attraverso il lavoro di artisti che operano in vari campi e per pubblicizzare gli artisti stessi, insomma una pubblicità all'insegna del "do ut des"...



Di cosa parla "Amor(t)E...
si tratta di una raccolta di 3 racconti differenti tra loro per trama, ma uniti dal tema centrale dell'inscindibile rapporto tra Amore e Morte (da qui il gioco di parole del titolo); i personaggi che agiscono in queste storie sono esseri dall'animo affranto, persone fragili che trovano nell'amore una consolazione, nel rapporto con un'altro una svolta nella propria via più o meno tragica.
 Da qui si creano rapporti morbosi, dove spesso a soccombere è il più forte della coppia, dove l'amore diventa ossessione e malattia e la morte o la follia, spesso l'unica via d'uscita.

 Nana O. Momsen

"Amorte" fotografia di Manuela Della Monica.


"Amorte" fotografia di Manuela Della Monica.

"Amorte" fotografia di Manuela Della Monica.

"Amorte" fotografia di Manuela Della Monica.

"Amorte" fotografia di Manuela Della Monica.

"Amorte" fotografia di Manuela Della Monica.

"Amorte" fotografia di Manuela Della Monica.

"Amorte" fotografia di Manuela Della Monica.

"Amorte" fotografia di Manuela Della Monica.

"Amorte" fotografia di Manuela Della Monica.


Shooting “Amor(t)e….

Questo servizio fotografico, coordinato da Alessandro Grimoldieu e Nana Osaki Momsen, fa parte del “progetto Amor(t)e” ed è volto a descrivere attraverso le immagini il rapporto tra Amore e Morte, utilizzando miti e leggende di vari epoche e paesi, riportati in situazioni dei giorni nostri.

Per l'occasione sono state create due divinità “Amore" e"Morte “(riprendendo l’antico mito greco di Eros e Thanatos);
in questi ritratti vengono ironicamente descritti come Dei irriverenti che si dilettano giocando con le vite degli esseri umani, facendoli innamorare, unirsi, dividersi, soffrire e morire.
 Queste divinità portano con sè un calice a testa, dai quali fanno bere i personaggi ritratti, sconvolgendone i sensi (calice rosa) o portandoli alla morte(calice nero);
sono dotate inoltre di un filo rosso (Amore) ed un paio di forbici (Morte)
 pronte a tagliare il crino d'oro.
Cosa sono questi oggetti?

 Secondo i giapponesi esiste il “filo rosso del destino”che unisce alcune persone sin dalla nascita, ed è inscindibile, nessun evento potrà mai dividere due persone legate per il mignolo dai due capi di esso; in questi scatti , la dispettosa divinità "Amore" si diverte a giocare con le vite degli esseri umani, legandoli con questo filo. 

Le forbici con cui "Morte" recide sia il filo rosso, che il crino d'oro legato ai capelli dei personaggi (che ne determina la morte) sono riprese dal mito delle parche che tessevano su un arcolaio le sorti degli umani, per poi reciderne il filo una volta giunto il momento della dipartita.

 Gli stessi calici con cui le due divinità determinano le altrui sorti, vengono da loro utilizzati per farsi dei dispetti, per ubriacare l'altro ed avere la meglio su esso 
ed, infine, per brindare al loro inscindibile seppur conflittuale rapporto.


 I rapporti descritti nello svolgersi della narrazione sono, invece, tutt'altro che aulici...si tratta di relazioni tra elementi disturbati e stereotipi dell'odierna società.
 Abbiamo un prete che frequenta prostitute e utilizza droghe, ma che, infine, si trova legato amorosamente ad un uomo d'affari.
 Quest'ultimo, con la sua bellissima fidanzata, che finisce per abbandonarlo ed innamorarsi del suo collega e socio che è, in realtà, una donna dall'aspetto androgino.
 
Troviamo la ragazza che, travolta dalle frequentazioni sbagliate, entra nel tunnel della droga per poi essere presa dalla morte.
 Ed anche la fanciulla che vende il proprio corpo al prete ed all'uomo d'affari e che a sua volta perde  la vita.

 Perciò si tratta di un racconto molto concettuale, narrato attraverso miti e leggende, ma anche molto ironico e dissacrante.

 

Nana O. Momsen e Lord Grimoldieu
Hanno partecipato a questo progetto:
 
Alessandro Grimoldieu: coordinatore, organizzatore, esteta e modello

Manuela Della Monica: fotografa

Nana Osaki momsen: scrittrice dello storyboard, delle didascalie e modella

Federica Bauer
Alice Ferraris
Ozon Bambinitattoo
Sullivan Maylor-fay LaCouronne
Isabella Castelli
Giada Cozzi Artichoke
Masha Nikolaevna Achilli

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